venerdì 7 ottobre 2016

Recenzione #5 ~ Io Prima di Te (Me Before You)

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Oggi dirò la mia su un libro che ha "occupato" gran parte della mia estate e nel quale ho lasciato un po' di me stessa. Il romanzo in questione è Me Before You o Io Prima di Te in italiano, scritto da Jojo Moyes, autrice e giornalista inglese. Questo potrebbe essere il classico libro strappalacrime, ma non si ferma solo a questo, va oltre, analizzando delle tematiche delicate. Senza rinunciare a una freschezza e ad una certa delicatezza che ci accompagnano per tutto il romanzo.

Ho letto questo libro in inglese e sono contentissima di averlo fatto. Uno dei miei obiettivi nella vita(?), è quello di leggere più libri in originale. Nonostante abbia trovato qualche difficoltà nella prima parte, la lettura è poi scorsa via tranquillamente. Il mio trucco per leggere in inglese è quello di non fermarmi quando non capisco una parola o una piccola frase. Credo che la cosa importante sia riuscire a capire il concetto che l'autore intende esprimere, senza perdere tempo a sfogliare enormi dizionari, che comunque reputo strumenti eccellenti, che siano monolingue o bilingue. Inoltre credo che in ogni lingua, ogni parola dal significato simile abbia una sfumatura diversa, un uso diverso da lingua a lingua, le lingue sono in continua modifica, in continua evoluzione, non sono ferme, non sono morte, ma vive. Per capirle davvero non è necessario compararla alla perfezione con la propria lingua madre, non sono due pagine con le stesse scritte e un diverso tipo di carattere. Sono due cose diverse, che vogliono esprimere la stessa cosa, ma restano diverse. Per tutti questi motivi voglio leggere in più lingue, per il momento solo in inglese, poi si vedrà. Sono convinta che uno stesso testo, letto in più lingua, possa comunicare molto di più.

Torniamo a parlare però del mio amato Me Before You.


Titolo: Io Prima di Te (Me Before You)
Autore: Jojo Moyes
Anno di pubblicazione: 2012
Genere: letteratura inglese
Lingua originale: inglese
Edizione: Penguin books
Ambientazione: tipico paesino inglese che si sviluppa attorno ad un castello.
Tempo di lettura: circa 25 giorni (dovuti alla lettura in lingua).

Commento e trama.

Dunque dunque, non mi soffermerò più di tanto sulla trama di questo romanzo, già molto conosciuta. Louisa Clarke, giovane ventiseienne, perde il lavoro, deve quindi iniziare a cercarne uno nuovo e qui trova i Trainor, facoltosa famiglia, proprietaria(?) del castello, che ogni anno attrae moltissimi turisti nel borgo dove Lou vive ed è cresciuta. Qui conosce Will, tetraplegico in seguito di un bruttissimo incidente. Se la partenza può sembrare scontata, gli eventi che si succedono e soprattutto il finale non lo sono in alcun modo. Il finale mi ha addirittura stupita, mi aspettavo qualcosa di simile a Colpa delle Stelle, ma non potevo pensare a libro più estraneo di quello. 
I personaggi e lo sfondo di Me Before You hanno decisamente qualcosa in più. Louisa è divertente, buffa, piccola e riesce a creare un'atmosfera di buonumore, Will è profondo e si interroga profondamente a proposito della sua condizione. Anche i coprotagonisti mi sono piaciuti tanto, Nathan e Treena in modo particolare, trovo siano stati molto riusciti.
I temi trattati sono delicati, ma Jojo Moyes è riuscita, a mio parere, a raccontare una storia senza esprimere un vero e proprio giudizio, è andata così perché doveva andare così.
Un libro consigliato per chi abbia voglia di un libro strappalacrime che però regali anche qualche risata e qualche bel punto di riflessione.

Il 1° Settembre è uscito anche il film tratto dal libro, con protagonisti Sam Claflin ed Emilia Clarke. Ho trovato i due attori, che già conoscevo, perfetti per i loro ruoli. Il film è fatto molto bene e rispetta il libro in tutte le sue sfaccettature. Un film che non rovina il libro, ma anzi lo completa e lo rispetta, merita di essere visto. 


Ho amato anche la colonna sonora del film, che racchiude alcune piccole perle. In particolare mi sono piaciute molto Not Today degli Imagine Dragons, Unsteady degli X Ambassadors e The Sound dei The 1975.



4 Jigglypuff su 5



mercoledì 14 settembre 2016

Recensione #4 ~ A Jennifer con amore (Sam's Letters to Jennifer)

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Quando ho preso in mano questo libro non mi aspettavo tanta bruttezza. Credevo di essere di fronte ad un romanzo rosa scorrevole e carino, ma così non è stato. Di solito è più divertente e facile recensire o parlare di libri brutti, quindi spero almeno di compensare la noia della lettura con questo mio breve pensiero.

Titolo: A Jennifer con amore (Sam's Letters to Jennifer)
Autore: James Patterson
Anno di pubblicazione: 2004
Genere: romanzo rosa
Lingua originale: inglese
Edizione: Tea
Ambientazione: Lake Geneva, Wisconsin, USA.
Tempo di lettura: circa 10 giorni.

Trama e commento.
Posso affermare con assoluta certezza che questo sia il libro più brutto che io abbia mai letto. Non è il mio primo romanzo rosa, non è il genere a non essere adatto a me, è il libro che proprio non mi ha dato nulla. Certo non ho mai letto fenomeni quali 50 Sfumature o After, ma questo può già bastarmi. Sono addirittura felice di non aver acquistato personalmente questo libro, mi era stato regalato con la definizione di carino e scorrevole. Bene. Io non ho trovato questo libro carino, né tantomeno scorrevole. Il libro è povero, scontato, noioso, stucchevole e inverosimile. Proverò ora a spiegarmi meglio. 

Le primissime pagine non sembravano tanto terribili, ero sola su un traghetto in mezzo al mare di ritorno dalla Sardegna mentre leggevo e questo potrebbe aver contribuito a questa semi-buona prima impressione. 
In ogni caso la prima cosa che ho notato aprendo questo romanzo è la brevità dei capitoli, che non superano le 4-5 pagine. Le 237 pagine del libro contengono 83 capitoli, tanto per intenderci. Questa brevità non ha alcun significato, i capitoli sono lasciati a metà; non è una questione di suspance, è questione di lasciare un capitolo a metà, a metà di una colazione o di una cena. 
E' proprio lo scorrere del tempo che non funziona, non riuscivo a capire come funzionasse. In poche pagine sono racchiuse fin troppe giornate che non sono descritte in ogni loro parte. Non viene ignorato nessun movimento della nostra protagonista, Jennifer, e questo risulta spesso irritante, oltre ad interrompere la narrazione. 
Altro problema: l'ambientazione. Il paese, di cui non ricordo il nome, situato sul Lake Geneva, è descritto come bellissimo in molti modi, eppure mai sono riuscita ad addentrarmici. Non sono riuscita a percorrere le sue strade, a sentirne i profumi e a vederne i colori. E' rimasto un posto piatto, senza nulla da dire. A questo aggiungiamo il fatto che a me i laghi mettono tristezza, ho sempre vissuto vicino al mare e ho sempre visto gli ambienti lacustri come un'immagine sbiadita di un bel paesaggio marino. Questo resta comunque un problema mio.
Nuovo punto e a capo, nuovo problema: la trama. Per una trama così "complessa", che poi complessa non è, sarebbero necessarie molte più pagine. Proverò a riassumere brevemente. Jennifer, giovane giornalista, vive a Chicago insieme ai suoi due gatti, uno dei quali, Euphoria, è protagonista della scena migliore del libro. (#ironia) Un giorno la donna riceve una chiamata, che la informa del coma della nonna, in seguito ad una caduta accidentale. La nostra protagonista si affretta allora a recarsi dalla nonna, che dopo la morte del marito, aveva deciso di trasferirsi definitivamente sulla riva del lago. Jennifer usciva da un brutto periodo, costellato da lutti e sfortune. Ci potrebbe anche stare, se solo le sfortune non continuassero anche dopo. Ora qui mi fermo, se andassi avanti rischierei di spoilerare tutto il libro. 
Al fianco della storia di Jennifer, conosciamo anche la figura della nonna, Sam o Samantha, attraverso delle lettere che l'anziana ha lasciato alla nipote. Queste lettere sono un altro problema, infatti non sembrano delle lettere. Non so chi scriverebbe un carteggio in questo modo: vi sono riportati discorsi diretti avvenuti moltissimi anni prima o frasi che nessuno spero mai scriverebbe. La storia della nonna è meno inverosimile di quella della nipote, ma forse è più assurda e di sicuro non spiegata fino in fondo, io non sono riuscita a capirla.
Ho trovato tutti i personaggi assolutamente piatti, nessuno mi ha lasciato qualcosa, non posso neanche dire di averli trovati antipatici, perché proprio non li ho trovati: restano delle ombre non sviluppate. Non ricordo neppure il nome di alcuni personaggi che dovrebbero essere importanti. 
Il livello mi sembra quello di una fan fiction brutta. Ho letto fan fiction molto più belle e intriganti di questo libro, di certo più vere. Un libro che non ha niente, se non la scena di cui scrivevo in precedenza. Quella con protagonista la nostra Euphoria. Devo svelare questa scena, in caso siate intenzionati a leggere il romanzo invito a non proseguire nella lettura.

Spoiler. Un giorno Jennifer, insieme a Brendan, protagonista maschile, rientra a casa e trova la gatta immobile, vicina a dei fili della corrente che la stessa aveva mordicchiato. Si procede con attimi di panico della protagonista e si conclude con un massaggio cardiaco e con una respirazione bocca a bocca di Brendan alla gatta. Già. Questa scena è davvero presente nel libro ed è accompagnata da una serie di pff, pff, pff che dovrebbero corrispondere alla respirazione. Inutile dire che alla fine la gatta riprenda magicamente vita come se non le fosse accaduto nulla. Fine Spoiler.

Tutto ciò è accompagnato da un linguaggio orribile, spero e credo merito più delle traduttrici che dell'autore, James Patterson. Avevo già sentito il suo nome, come quello di un grande autore di successo. Spero che non tutti i suoi libri siano come questo, o non riuscirei proprio a capire da dove provenga la sua fama.
Non consiglio a nessuno questo libro, non è una lettura leggera, da spiaggia, è una lettura brutta stucchevole e noiosa.

Ovviamente non è mia intenzione offendere chi, se esiste, abbia apprezzato questo libro, i gusti sono gusti.

1 Jigglypuff su 5

venerdì 27 maggio 2016

Recensione #3 ~ Filosofia delle nuvole

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Oggi parliamo di un libro un po' diverso dal solito, Filosofia delle nuvole, una "conversazione" su tutto ciò che riguarda la meteorologia, scritto da Luca Mercalli. Sono molto sensibile ai temi trattati nel libro e a tutto ciò che riguarda terra e ambiente, quando ho trovato questo libro al MUSE di Trento non ho potuto non prenderlo! Conoscevo già Mercalli, grazie al suo lavoro a Che Tempo che fa o alla trasmissione trasmessa sulla Rai "Scala Mercalli", che ho seguito con grande piacere. Finalmente qualcuno che racconta chiaro e tondo come stanno le cose, che è necessario agire, per non perdere una ricchezza di paesaggio, di ambiente e di vita assolutamente unica. Il libro è molto interessante, anche se alcune parti non mi hanno convinto del tutto. 


Titolo: Filosofia delle nuvole
Autore: Luca Mercalli
Anno di pubblicazione: 2008
Genere: saggio
Lingua originale: italiano
Edizione: Saggi, Rizzoli.
Ambientazione: -
Tempo di lettura: circa 10 giorni.

Commento.

Una lettura piacevole che più che un saggio vuole essere una conversazione piacevole. L'obiettivo principale del libro è quello di voler abbattere le più erronee convinzioni sulla meteorologia. Il libro riesce in questo intento, dando una nuova dignità alla figura del meteorologo, troppe volte preso come un incompetente a priori. Mercalli spiega al lettore tutte le difficoltà nel calcolo delle previsioni del tempo e spiega quanto queste siano estremamente complicate. I fenomeni atmosferici sono anche spiegati in modo semplice e comprensibilissimi. La conclusione, particolarmente interessante, si occupa dei cambiamenti climatici e vuole parlare in modo oggettivo dei nuovi fenomeni che ci circondano. Attraverso numerosissime citazioni, forse troppe, è ricostruita una storia della meteorologia del mondo e in particolare dell'Italia. Libro davvero accessibile per chiunque e per nulla noioso, utile per capire il mondo che ci circonda e che quasi sempre non comprendiamo.
4 Jigglypuff su 5

sabato 2 aprile 2016

Recensione #2 ~ Scrivimi Ancora (Where Rainbows End)

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Eccomi con una nuova recensione! Il libro di cui parlerò quest'oggi è Scrivimi Ancora, titolo originale Where Rainbows End.


Titolo: Scrivimi Ancora (Where Rainbows End)
Autore: Cecelia Ahern
Anno di pubblicazione: 2004
Genere: Romanzo rosa, romanzo
Lingua originale: Inglese
Edizione: BUR
Ambientazione: essendo il libro scritto interamente sotto forma di lettere e messaggi, non è possibile indicare un'unica ambientazione, centrale è comunque la città di Dublino.
Tempo di lettura: circa 5 giorni.

Trama e commento.
Scrivimi Ancora racconta la storia di Rosie e Alex. L'arco temporale in cui si sviluppa la narrazione  è piuttosto ampio, nelle prime pagine i due personaggi sono ancora bambini, mentre i due sono ormai maturi e più che adulti. La trama è chiara fin da subito, la linea è quella di un classico romanzo rosa e così è anche la trama. Non per questo il libro è banale, gli imprevisti sono molti e i personaggi sono ben caratterizzati.
Non avendo mai letto altri romanzi epistolari, non ho alcun termine di paragone. In ogni caso posso dire di preferire i romanzi con ampie descrizioni di luoghi ed eventi. In questo libro, come immagino in altri simili, tutto viene raccontato in un secondo momento, tutto è pensato e ripensato, non p mai rappresentata l'azione vera e propria. Le lettere, le email e i messaggi sono un ottimo modo per comprendere la psicologia dei personaggi. Nonostante ciò, manca qualcosa a questo romanzo perché entri nel mio cuore come uno dei miei preferiti. 
Alex e Rosie mi sono sembrati ingenui, un po' troppo ingenui. A volte avrei desiderato urlargli qualcosa o lanciargli direttamente un mattone in testa. Le spalle dei due sono fantastiche e parlo principalmente di Ruby, amica di Rosie, e Phil, fratello di Alex, che avrei voluto un po' più presente all'interno della narrazione. Interessante anche la crescita della figlia di Rosie, Katie, che è riuscita a seguire i suoi sogni ed è felice della sua vita, nonostante le difficoltà che ha dovuto superare insieme alla madre.

In generale un libro piacevole, adatto a questi primi giorni primaverili. Un romanzo che si legge senza alcuna difficoltà, adatto a chi ha voglia di un po' di leggerezza e di amore. Ovviamente non si deve cercare in Scrivimi Ancora il capolavoro del secolo, rimane un semplice romanzo che letto senza tante pretese può dare un po' di serenità. 
3 Jigglypuff su 5

mercoledì 26 agosto 2015

Recensione #1 ~ La Coscienza di Zeno

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Dopo mesi e mesi di apertura del blog, iniziamo con la prima recensione! Ce l'ho fatta!
Premetto subito che il mio rapporto con il grande romanzo Svevo, non è stato affatto semplice. Nonostante io adori i classici, ho fatto davvero fatica a terminare la lettura, ma andiamo con ordire!

Vecchia edizione del libro che ha subito un po' di tutto :')

Titolo: La Coscienza di Zeno
Autore: Italo Svevo
Anno di pubblicazione: 1923
Genere: Romanzo
Lingua originale: Italiano
Edizione: "I corvi" dall'oglio
Ambientazione: Trieste, fine '800-inizio '900
Tempo di lettura: circa 1 mese.

Trama e commento: Zeno Cosini, ricco borghese di Trieste, è stato invitato dal suo psicoanalista a scrivere le sue memorie, nella speranza di guarire dalle sue malattie. Fin da subito veniamo a conoscenza del fatto che non è stato il nostro protagonista a pubblicare lo scritto, bensì lo stesso psicoanalista per vendicarsi dell'abbandono della terapia da parte di Zeno.
Il libro si divide in 6 macrocapitoli, ognuno dei quali avente un argomento dominante. Gli avvenimenti, infatti, non sono presentati in ordine cronologico, ma per tema.
Il primo di questi lunghi, lunghissimi, capitoli è quello dedicato alla malattia di Zeno, la sua dipendenza dal fumo di sigaretta. Qui veniamo già a conoscenza della sua personalità da piccolo borghese, attraverso il racconto del susseguirsi di pentimenti, buoni propositi di ultime sigarette e fallimenti, passiamo al racconto del resto della vita di Zeno, ci viene raccontato il suo rapporto con il padre, il suo matrimonio con Augusta, la relazione amorosa con la giovane Carla e l'associazione commerciale con il cognato Guido.
Non parlo dell'ultimo capitolo, in quanto non voglio rivelare nulla.

Il libro mi è stato assegnato dalla mia professoressa di italiano, ricordo che già alle medie, quando ne avevamo letto un estratto in classe, sapevo che questo libro non faceva proprio al caso mio. E' stato l'obbligo scolastico a farmi terminare il libro che altrimenti temo non avrei neppure cominciato. Riconosco la sua importanza e ritengo sia importante considerarlo in base al contesto storico in cui era stato scritto. La psicoanalisi di Freud può essere scovata in ogni pagina del libro.
Zeno a causa della sua malattia non riesce ad identificarsi con il mondo in cui vive, ma è proprio questo che gli consente di prendere coscienza delle proprio imperfezioni; al contrario gli altri uomini, convinti di essere perfetti, restano immutati e chiudono le porte a ogni cambiamento.

Ho trovato questo libro particolarmente noioso, non lo rileggerei mai, nonostante sia ricco di contenuti e che forse andrebbe letto almeno una volta nella vita per capire meglio la nostra storia recente.

3 Jigglypuff su 5

domenica 1 febbraio 2015

Big Hero 6

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Ebbene eccomi qui: si comincia! Sono Alice, una fangirl persa tra libri, musica, film e serie tv. Questo sarà semplicemente il mio piccolo spazietto in cui raccoglierò i miei pensieri e i miei appunti sulle mie attività di lettrice incallita e non solo!
Un ulteriore blog su questo enorme e fantastico argomento, non vedo l'ora di iniziare!

Come primo post ho deciso di parlare di "Big Hero 6", l'ultimo film Disney, uscito nelle sale per Natale!


Il film è preceduto da un cortometraggio con protagonista un cagnolino dolcissimo, semplice ma bellissimo ed emozionante, merita da solo il prezzo del biglietto!
Inizio subito a dire che questo film mi è piaciuto tantissimo, come tutti i film della Disney, ho amato i personaggi e la trama. Ho addirittura visto due volte il film e non mi sono mai annoiata!

Ecco un  piccolo assaggio della trama:
Hiro Hamada è un ragazzino molto intelligente che vive insieme al fratello Tadashi e alla zia Cass. Hiro invece di spendere il suo ingegno nella "scuola dei nerd", una fantastica università scientifica dove studia anche il fratello, preferisce partecipare ai "bot-duelli", in cui riesce a vincere facilmente. Solo il fratello, mostrandogli la sua scuola riesce a convincerlo ad utilizzare la sua intelligenza per qualcosa di più utile alla società. Proprio qui Hiro conoscerà Baymax, il robot-infermiere a cui sta lavorando il fratello. Da qui in poi una serie di eventi inaspettati porteranno Hiro a compiere un percorso di crescita, insieme agli amici e a Baymax.

Come ho già detto ho adorato quasi ogni singola cosa del film. Il cartone è ambientato nella città di San Fransokyo, un'ideale via di mezzo tra San Francisco e Tokyo. La grafica è spettacolare come d'altronde tutti i film d'animazione usciti negli ultimi anni.
Nonostante io abbia ormai 17 anni questo film ha suscitato in me forti emozioni create dai numerosi colpi di scena. (Quante lacrime T.T)
Uscita dal cinema ero molto entusiasta di ogni cosa e saltellavo per la strada parlando di quando sarebbe bello il mondo se si riuscisse a creare un robot come Baymax, poi ho iniziato a riflettere insieme alle amiche con cui ho visto il film. Nel nostro mondo è sarebbe davvero un vantaggio avere dei Baymax negli ospedali o ci sarebbe qualcuno che proverebbe a sfruttarli per guadagnare denaro? Inoltre le persone che svolgono i compiti di Baymax quale futuro avrebbero?
In un ipotetico mondo ideale i Baymax sarebbero assolutamente utili e funzionali, le persone non più necessarie in campo sanitario troverebbero lavoro facilmente, magari nel settore della ricerca, ma nel mondo di oggi? Ancora non mi sono data una risposta, sono molto combattuta.

Una piccola perla del film è la colonna sonora, in particolar modo "Immortals" dei Fall Out Boy, cantata anche nella versione italiana da Patrick Stump, il cantante della band. Stendo invece un velo pietoso sulla canzone di Moreno nei titoli di coda, detesto il rap quindi proprio no!


Consiglio a tutti questo film, grandi e piccoli!

 
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